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LA VALUTAZIONE DI IMPATTO GENERAZIONALE (VIG)

In considerazione dell’evidente e persistente divario generazionale[1] nel nostro Paese, l’introduzione della VALUTAZIONE DI IMPATTO GENERAZIONALE (o VIG) si dimostra un’opportunità da non perdere. Si tratta di un modello di valutazione delle politiche pubbliche: con la sua introduzione, ogni nuova policy verrebbe sottoposta ad analisi non solo ex ante, per misurare quante e quali risorse siano realmente stanziate e destinate per i giovani (imponendo al legislatore di porsi il problema di quale risultato ci si possa attendere dalla successiva implementazione con riferimento in particolare agli under 35), ma anche ex post, per valutarne - dati alla mano, dopo un periodo di sperimentazione – l’effettivo impatto riscontrato.

L’obiettivo di questa verifica è quello di promuovere l’equità intergenerazionale, considerando gli effetti ambientali, sociali ed economici sui giovani e sulle generazioni future.

UNA BREVE STORIA

Anche grazie al lavoro e agli studi svolti negli anni dalla nostra Fondazione, che dal 2019 ha iniziato a elaborare lo strumento della VIG [2], si è giunti alla definizione delle prime linee guida[3] introdotte dal Comitato per la valutazione dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche (COVIGE)[4] nel luglio del 2022. Inoltre, anche a livello europeo il CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) ha espresso nel giugno 2023 un Parere[5] consultivo alla Presidenza Spagnola del Consiglio Europeo in cui invita i Paesi membri “a rafforzare le misure intersettoriali che hanno un impatto positivo sui giovani, incidendo potenzialmente soprattutto sui giovani beneficiari e riducendo il divario generazionale”, assumendo come buona pratica proprio le linee guida adottate dall’Italia e le riflessioni nella dottrina nazionale, che contribuiscono ad approfondirle e perfezionarle.

Il primo, significativo, “esperimento” locale di implementazione di questa metodologia valutativa è stato avviato nel 2023 nel Comune di Parma: attraverso un lavoro di approfondimento, analisi e “mappatura” delle misure e dei propositi contenuti nel Documento Unico di Programmazione (DUP) dell’ente, si sono perimetrate alcune definizioni o labels (etichette): “misure generazionali” o “potenzialmente generazionali” (se si ritiene che in modo diretto, o almeno in potenza, possano produrre effetti positivi per le nuove generazioni), “altre misure” (neutre) o addirittura “misure anti-generazionali” (se con effetti negativi).

In data 17 gennaio 2024 il Comune di Parma ha formalmente adottato le proprie linee guida.

Seguendo l’esempio positivo del Comune di Parma, anche il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna hanno promosso analoghe l’iniziative[6].

 

AD OGGI

 

L’Italia sta facendo grandi passi verso l’implementazione della VIG a livello nazionale, sulla scia di quanto è già stato sperimentato in altri Paesi Europei[7]: il disegno di legge è  stato approvato dal Consiglio dei ministri a dicembre ed è destinato ad approdare a breve in Parlamento.

La vera sfida è quella di arricchire la VIG e di ampliarne lo scopo: da mero “labelling” e analisi di tipo qualitativo, renderlo anche uno strumento quantitativo. Questa valutazione a tutto tondo dell’impatto sui giovani dovrebbe espletarsi in tutte le fasi di vita della singola policy che si andrebbe a valutare: ex ante, in itinere, ed ex post. Solo in questo modo, con chiari dati al termine di un certo periodo di sperimentazione della misura, il legislatore potrebbe essere nelle condizioni di valutare la misura stessa e poter scegliere se confermarla, come eventualmente correggerla o se sia necessario abrogarla.

Per accelerare questo cambio di prospettiva e dare finalmente inizio a una nuova stagione di politiche pubbliche favorevole ai giovani, appare ormai ineludibile l’introduzione di una c.d. “legge quadro sui giovani” – peraltro, invocata anche dall’attuale Ministro per lo Sport e i Giovani[8] e rilanciata a più riprese nei precedenti Rapporti della Fondazione Bruno Visentini – che possa raccogliere in unico testo interventi e misure dedicate alle nuove generazioni dopo un confronto proprio con queste ultime.

 

[1] Indice calcolato dalla Fondazione Bruno Visentini, misura il grado di difficoltà che un giovane deve affrontare per raggiungere le principali tappe che lo conducono a una vita autonoma e di realizzazione personale e professionale.

[2] Fondazione Bruno Visentini, Rapporto sul divario generazionale, 2019

[3] Presidenza del Consiglio dei ministri, Linee guida per la valutazione dell’impatto generazionale delle politiche pubbliche, 2022, https://www.politichegiovanili.gov.it/media/mffj2shc/dpcm-lg_covige-signed.pdf

[4] Il COVIGE è un organo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri dal D. M. del 3 giugno 2021 del Ministro per le Politiche Giovanili, nel quale siedono rappresentanti istituzionali (ANCI, ISTAT, Consiglio Nazionale Giovani, Agenzia Nazionale Giovani, INAPP, INPS, UPI e accademici

[5] Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), Cooperazione nel settore della gioventù (parere esplorativo richiesto dalla presidenza spagnola del Consiglio) SOC/759 Relatrice: Nicoletta MERLO, Raccomandazione 1.1 Bruxelles 15 giugno 2023.

[6] La Regione Emilia-Romagna, nel dicembre 2023 ha implementato la VIG sulle singole misure dei propri PR FESR e FSE + (2021-2027).

[7] Strumenti simili, denominati youth check o youth test o jugend check, sono già stati sperimentati in Austria, Francia, Germania e nelle Fiandre in Belgio.

[8]  Ansa, Abodi, al lavoro su dl giovani che testimoni impegno Governo, 23 marzo 2023.

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Fonte: VI Rapporto Divario generazionale 2023

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