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VI RAPPORTO 2023

Il Divario generazionale. L'ultima chiamata

Le politiche pubbliche nazionali e locali alla prova della Valutazione di Impatto Generazionale (VIG)

Il VI Rapporto 2023 a cura dell’Osservatorio sulle Politiche Giovanili della Fondazione Bruno Visentini, intitolato “Il divario generazionale: l’ultima chiamata. Le politiche pubbliche nazionali e locali alla prova della Valutazione di Impatto Generazionale (VIG)”, accoglie positivamente l’iniziativa governativa di dare finalmente attuazione ad uno strumento in grado di verificare preventivamente gli impatti sui giovani dei disegni di legge.

La VIG, infatti, viene anche vista come una sorta di ultima occasione per porre argine alle costanti difficoltà che ritardano non solo lo sviluppo dei giovani, ma anche lo sviluppo dell’intero sistema paese.

Una di queste difficoltà è rappresentata dal persistente divario generazionale che colpisce i nostri giovani. Nell’ultimo biennio, la ripresa post pandemica ha contribuito ad un parziale miglioramento dell’ Indice di Divario Generazionale (GDI), sceso nel 2021 a 135 punti fino ad attestarsi nel 2022 a livelli leggermente migliori del periodo pre-pandemia (con 133 punti) ma ancora al di sopra del periodo pre-recessione 2011-2014. Per usare una metafora, ancora oggi un giovane, per raggiungere la propria autonomia e dunque poter permettersi una abitazione indipendente, accedere a un lavoro dignitoso e poter assumere la genitorialità responsabile, deve compiere sforzi maggiori di un terzo rispetto a un giovane del 2006.

La consueta rilevazione delle misure generazionali e potenzialmente generazionali per i giovani introdotte dalle leggi di bilancio delle precedenti annualità, unitamente alla dotazione degli interventi straordinari finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mostra, attraverso una rilevazione triennale comparata, un numero di risorse crescenti per le giovani generazioni sia a valere sulle leggi di bilancio che sul PNRR. Se, infatti, nel 2021 l’ammontare complessivo delle risorse con impatto diretto o potenziale sui giovani era di 761 milioni e nel 2022 pari a 1,34 miliardi, nel 2023 la dotazione si attesta a 2,53 miliardi, valore tre volte maggiore rispetto al dato al 2021.

Continua anche per il VI Rapporto l’indagine sul futuro dei giovani, sondaggio non campionario realizzato tra febbraio e maggio 2023, interessando, in forma anonima, un numero di studenti pari a 13.623 di età compresa tra i 13 e i 21 anni, frequentanti una scuola secondaria di secondo grado in Italia. Al fine di analizzare la percezione dei giovani riguardo le loro prospettive di realizzazione sono state poste quaranta domande tramite questionario CAWI (Computer-assisted web interviewing), i cui risultati sono stati predisposti in cinque sezioni organiche: il profilo e il contesto formativo dello studente intervistato; il mondo professionale al 2030 attraverso le aspirazioni e le vocazioni degli studenti; la proiezione della mobilità territoriale al 2030; uno sguardo al futuro e all’agenda politica per l’empowerment dei giovani; gli ostacoli al benessere individuale.  Gli studenti partecipanti al sondaggio conoscitivo provengono da diverse regioni italiane, con una maggiore frequenza di risposta in particolare dal Nord Italia, in cui le regioni Piemonte e Veneto coprono insieme il 54% dell’intero campione di rispondenti. Rispetto agli anni scorsi, la grande concentrazione di risposte in alcuni comuni ha inoltre permesso di realizzare dei focus specifici su alcune città campione, in particolare – in ordine per numero di risposte ricevute -  Torino, Treviso, Lecce, Cuneo, Novara, Padova, Bergamo, Vicenza, Bari, Alessandria, Savona, Massa-Carrara e Como.

Infine, il VI Rapporto propone alcune raccomandazioni al legislatore per il 2024. In primis, l’urgenza di una legge quadro sulle politiche generazionali, che raccolga organicamente tutti gli interventi quanto mai necessari per ridurre il divario generazionale e favorire il pieno sviluppo socioeconomico dei giovani.  L’occasione per porre finalmente mano alla razionalizzazione delle politiche giovanili è inoltre l’opportunità (seconda raccomandazione) di  dare attuazione alla strategia dell'UE per la gioventù, che costituisce il quadro di riferimento per la collaborazione a livello europeo nel periodo 2019-2027 e la definizione delle agende per la gioventù dei paesi membri e al fine di promuovere il coordinamento delle politiche giovanili fra i diversi livelli di governo assicurando la partecipazione attiva dei giovani nei processi decisionali e nelle scelte politiche che li riguardano (Youth empowerment). Infine, la terza raccomandazione richiede, vista l’attuazione della VIG, di non cadere nella trappola dello Youth washing. Per far questo, occorre mantenere ben distinte le politiche e le riforme destinate alle giovani generazioni da quelle per le future generazioni, adoperarsi affinché siano disponibili a tutti i livelli di governance  set di indicatori di output e di outcome idonei per effettuare le valutazioni di impatto in particolare delle misure potenzialmente generazionali e Indentificare in un organismo pubblico, ad esempio nel CNEL, l’ente deputato a effettuare la valutazione di impatto generazionale sulle politiche pubbliche seguendo le linee indicate dalla Agenda Italiana per la gioventù e il processo definito dalla Riforma tracciata dal Ministro delle Riforme e dal Ministro della Funzione pubblica.

SCARICA L'INTRODUZIONE AL RAPPORTO: CLICCA QUI

L'Indice di Divario Generazionale 

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Fonte: VI Rapporto Divario generazionale 2023

Gli indicatori del GDI

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Fonte: VI Rapporto Divario generazionale 2023

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